“Memoria d’onore infangata,
da un’Italia massacrata,
dall’umanità di un mondo inesistente,
che nonostante gli errori del passato,
di sbagliar ancora non si pente”.
La classe 4F dell’istituto Elena di Savoia Calamandrei, giovedì 16 febbraio 2024, si è diretta verso il Sacrario militare di Bari per effettuare la visita del luogo, considerato di comunità e spiritualità. Entrando dalla porta anteriore, la classe ha percorso il grande giardino, dirigendosi verso l’immensa scalinata, dove ha incontrato un luogotenente che ha condotto una visita guidata illustrando, pezzo per pezzo, ogni parte del Sacrario.
La struttura è semplice e sobria e custodisce le spoglie di 70.000 caduti in terre straniere, durante la prima e la seconda guerra mondiale. Una lapide ricorda i nomi di 450 Ascari, Eritrei e Libici i cui resti erano già tumulati nel Sacrario di Tripoli (dal testo Sacrario militare caduti d’oltremare). Vi sono custoditi i resti mortali di oltre 45.000 che sono custoditi nel piano inferiore del Sacrario denominati come “IGNOTI”. Su tutte le tombe di ognuno dei caduti era inserito il nome, il cognome, il grado e la data di morte. Anche se alcuni caduti d’oltremare non furono mai ritrovati, sono indicati comunque i loro nomi su altre lapidi.
La classe ha visitato il luogo, nell’ambito del progetto Memoria è Futuro, partendo dalla lettura di alcuni testi sulla guerra scritti dall’autore barese Vito Maurogiovanni.
Ad esempio nel testo “Bari e la grande guerra”, si parla dell’atmosfera dei primi giorni di guerra e il comportamento delle diverse persone che esortavano: “sorvegliate, denunciate senza riguardi di sorta le spie nostrane e straniere”. Oppure nel testo: “Bari sotto bombardamenti”, Maurogiovanni parla di una suora che annotava tutti gli aerei e i bombardamenti che si succedevano nella città.
Al termine della visita, la classe ha voluto lasciare un suo pensiero all’interno del libro situato in una stanza del Sacrario, in cui tutti i parenti dei caduti hanno annotato i loro pensieri e la loro gratitudine verso la forza avuta per combattere e per salvare la città.
“Memoria d’amore infangata da un’Italia massacrata, dell’umanità di un mondo inesistente Che nonostante gli errori del passato,di sbagliar ancor non si pente”. Il pensiero da noi espresso è una poesia sull’impegno di questi uomini e il significato che la guerra riveste per noi. Prima di concludere la visita, gli studenti sono andati all’interno del museo del Sacrario in cui erano presenti diverse armi, foto dei caduti, libri vari ,utilizzati in guerra e che ricordano le guerre. A fine visita, i ragazzi hanno ricevuto un attestato di partecipazione. La visita è piaciuta molto. Sarebbe bello se questa opportunità venisse data ad altri ragazzi.